Un altro racconto di guerra ;questa volta l'utente CassieJK scrive:
Un racconto a cui ho appena pensato. Crescendo a volte mio nonno mi portava in città con lui per un caffè, lui e un gruppo di vecchi stavano seduti in un'officina meccanica per circa un'ora ogni giorno alle 9 e 3 e bevevano caffè e raccontavano storie.
Uno dei ragazzi era un veterinario della seconda guerra mondiale e della marina coreana che gestiva navi da sbarco nel Pacifico. Comunque era noto per aver raccontato alcune storie alte, ma una che l'avevo sentito raccontare alcune volte soprattutto prima che me ne andassi era nel campo di addestramento. Ha detto che marciare è stato difficile per tutti gli altri che avrebbe guardato le persone davanti e dietro di lui e sarebbe stato l'unico al passo. Non ho mai prestato molta attenzione perché onestamente non capivo davvero cosa intendesse.
Quindi non sono molto coordinato, non sono stupido, non sono lento, ma il coordinamento mi sfugge. Quindi eccomi qui nell'allenamento di base e mi viene sempre urlato di mettermi al passo, dato un addestramento extra non lo capivo. Un giorno ci stavamo esercitando per la laurea e il mio sergente di esercitazione ha detto “Accidenti CassieJK mettiti al passo” qualcosa mi è scattato nel cervello e ho detto “Sono l'unico a fare il Sergente istruttore” che ha dovuto allontanarsi e andarsene ma era ovvio stava ridendo.
Una volta sono tornato a casa in congedo e sono finito al caffè e gli ho raccontato quella storia e ha sputato il caffè sul tavolo e quasi soffocato, non so se credesse di averlo detto ma fatto il suo giorno!